MATERiainerte
Materiali: assi di legno, contenitivi, materiale plastico in doppio strato isolante, terriccio di coltura, 10 cm, semi, esseri umani.
Avrei voluto incatenarmi all’orto, avrei potuto scrivere lettere di protesta ai giornali, ma non sarebbe stato niente di nuovo.Un’opera d’arte relazionale è di per se una proposta positiva rispetto all’esistente, un’occasione, una possibilità e le possibilità non possono essere in nessun modo imposte, non devono creare conflitti che non siano con noi stesse per portarci a riconoscere il nostro valore e le nostre responsabilità. Certamente, anche questa parte è parte del’opera, ci dice chi siamo, e, dopo il cosa vorremmo, ci mostra di cosa siamo capaci, delle difficoltà che abbiamo con il diverso da noi. Quindi ce ne andiamo e proveremo a ritrasformarci.Questa lettera è stata inviata a Brescia Mobilità e all’assessora alla Cultura Laura Castelletti.
Un rettangolo di terra, 291’24 per 180’80 dove, i fruitori saranno invitati a lasciare un impronta della mano, l’impronta sociale ed ecologica prodotta da ogni nostra azione come da ogni nostro pensiero. Vi semineremo producendo un raccolto, ciò che, anche inconsapevolmente, mettiamo in atto ogni istante ad ogni scelta della nostra vita. Tante mani quanti esseri umani, una visione sistemica, la vita che scaturisce dall’incontro delle parti. Senza rinunciare all’io, portato come diversità che produce valore in sinergia con l’intorno. Così come l’opera d’arte relazionale, la scultura sociale, prende forma dalla relazione\azione.
MATERiainerte è un’opera d’arte relazionale funzionale e produttiva che sta prendendo forma, nella sua parte rappresentativa, impiantando un orto\giardino ma, più profondamente tende alla consapevolezza del valore del nostro agire, del nostro dare forma. In questi due anni sono transitate nel progetto quaranta donne di diverse età, etnie, formazione e culture, diventate ricchezza reciproca e grazie alla conoscienza condivisa, ricchezza per l’intorno. La conoscenza è materia di scambio che può portare all’autosufficienza, così come l’autoproduzione porta all’autodeterminazione. Come ogni opera d’arte relazionale non può avere una forma predeterminata poiché risente del continuo mutare della materia, noi. Il rettangolo che installeremo è una derivata della sezione aurea, l’estetica che si completa con l’etica del gesto. La performance intende condividere con il Premio Nocivelli, inteso come tutti gli esseri umani coinvolti, questa possibilità diventando un invito a poi proseguire sul campo. Finissage, il raccolto verrà donato per essere consumato\trasformato.