COMUNICATO STAMPA
“RI-GUARDIAMO”, Unibs ospita l’installazione
dell’artista Patrizia Fratus
50 metri quadrati di occhi tessuti per invitare ad una profonda riflessione individuale e collettiva sulla violenza di genere.
L’opera è la terza della trilogia iniziata dall’artista nel 2023 con VIRGINIAPERTUTTE e SU TELA e sarà visibile a Medicina per tutto il mese di novembre
Brescia, 12 novembre 2024 – Per tutto il mese di novembre la sede di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia ospita l’installazione “RI-GUARDIAMO” dell’artista Patrizia Benedetta Fratus.
L’opera rappresenta la conclusione e il completamento della trilogia iniziata nel 2023 con le installazioni “VIRGINIAPERTUTTE” e “SU TELA”. Obiettivo della prima portare all’attenzione il valore, così come il potere, della narrazione, dei narratori e delle narratrici che hanno generato e generano cultura, la seconda, all’approfondimento di come la questione di genere abbia radici culturali diffuse e di come la svalutazione delle bambine sia la prima delle cause che portano alla loro mercificazione e alla violenza.
A conclusione del percorso, la terza opera “RI-GUARDIAMO” invita ad una costante riflessione personale e individuale. Gli occhi, infatti, sono l’organo che ci rende partecipi di ciò che ci sta intorno, ma vedere è qualcosa che va oltre l’atto fisico, è l’atto della presa di coscienza. Vedere coincide con sapere ed evoca all’unisono la responsabilità di tutti e tutte noi di ciò che accade sotto i nostri occhi.
L’installazione si configura come un’opera monumentale e modulare (moduli da 90 per 100 circa ogni pezzo), composta da cinquanta metri quadrati di occhi tessuti: gli occhi di chi ha agito e di chi potrà farlo, gli occhi che ci rendono visibili e ci riguardano, perché venga il tempo delle donne e degli uomini che si “ri-conoscono”. L’opera è stata precedentemente esposta in una personale alla Fondazione Castello di Padernello e in Triennale a Milano.
«Concludere questo percorso artistico con l’installazione ‘RI-GUARDIAMO’ è un invito alla riflessione profonda e collettiva – commenta Assunta Beatrice, componente della Commissione Genere di Ateneo -. Gli occhi che osservano non si limitano a guardare, ma ci spingono a prendere coscienza delle realtà che ci circondano e delle responsabilità che tutti e tutte noi abbiamo. Questa trilogia ha raccontato storie che vanno oltre l’arte: sono messaggi di consapevolezza e cambiamento, radicati nella cultura e nella lotta per la parità di genere. Ogni modulo di questa opera ci ricorda che il vedere è un atto di sapere, e con il sapere nasce il cambiamento».
L’attività è organizzata dalla Commissione Genere e realizzata nell’ambito dell’Area 5 Gender Equality Plan 2022-2024 (contrasto alla violenza di genere).